Carissimi amici, stiamo vivendo un periodo che ricalca la trama di un film catastrofico dove un’entità sconosciuta pervade un’intera cittadina, come la nostra piccola Reggio Emilia, sconvolgendo le nostre abitudini, le nostre certezze e persino la nostra sopravvivenza. L’unica arma per non essere sopraffatti e salvarci è quello di trincerarsi a casa propria e non avere contatti personali e fisici con chiunque all’infuori della nostra cerchia familiare. Stiamo entrando in nuovi territori sconosciuti e lande inesplorate, che ci trovano impreparati e timorosi. Dobbiamo escogitare degli strumenti e dei modelli di vita che ci permettano di mantenere soprattutto dei livelli cognitivi adeguati senza compromettere la nostra natura di essere umani senzienti e liberi. Sfoggiamo la nostra fantasia ad esempio immaginandoci di abbracciare la nostra fidanzata, di giocare a carte con i nostri amici, di rincorrere il nostro simpatico cagnolino. Questo momento particolare sfruttiamolo perché se aguzziamo l’ingegno comprendiamo vivamente la rara opportunità, di rimanere prudentemente in casa, di rafforzare il nostro carattere, di assumere uno spirito combattivo, incisivo, di veder riaffiorare nuovi ordini di pensiero, di modellarci con dei criteri che risvegliano i nostri talenti, le nostre virtù, la nostra coerenza. Non abbattiamoci e non imprigioniamoci; questo momento di temporanea clausura sviluppiamolo per organizzare al meglio la nostra vita dandole un valore autentico, riconsiderando i nostri rapporti con gli altri e soprattutto acquisire un’attenzione e un’ammirazione nell’elevare il nostro spirito ai processi della naturae alla infinità di specie che la popolano. Riflettiamo sull’equilibrio che le leggi naturali ci indicano: rispetto verso tutte le forme viventi, convivenza aperta e integrata e , non ultimo, un amore trasparente della nostra vita individuale e irripetibile. Alziamo il nostro sguardo a cime, a vertici che ci sembrano preclusi ma che sono lì ad aspettarci che vengano violati. Guardiamo fuori dalla finestra ogni forma in movimento quali lo stormire delle foglie, lo zampettare degli uccelli, il percorso circolare del sole nelle sue fasi quotidiane. Soffermiamoci nello scrutare le piccole cose come guardarsi reciprocamente da una finestra prospiciente alla nostra. Capiremo che questi atteggiamenti, come vi ho indicato, ci fanno ingolosire e danno ampiezza ed espansione al nostro animo cosicché non ci sentiremo inanimati e claustrofobici o addirittura impotenti ma finalmente risfoderiamo aspetti della personalità che avevamo vigliaccamente represso e che invece sono i motori e la guida della nostra vicissitudine e bellezza umana. Quindi, cari amici, teniamo alto il morale, alimentiamo il pensiero e verrà alla luce con gustosa e meritata sorpresa, contrariamente all’inganno delle nostre abitudini, e alla costruzione apparente di un comportamento d’isolamento, si aprirà un mondo nel quale le visioni che ci propone sono liete e confortanti. Pensate orgogliosamente quando questa epidemia verrà debellata, perché la scoperta scientifica troverà l’antidoto, alla festa a cui parteciperemo tutti quanti nelle piazze; finalmente si tornerà all’aperto e con quanto cibo ci ingozzeremo e di quanto vino riempiremo i nostri calici, ai balli, alla musica dionisiaca. Potremo finalmente abbracciarci forte, stringerci le mani, toccarci tutte le parti del corpo in un tripudio di gioia e di sana eccitazione. Ci volteremo indietro, forse con un po’ di nostalgia, ripensando a quanto afflato è cresciuto e si è sedimentato in ognuno di noi; cerchiamo di non disperderlo ma di custodirlo con vigore e solidità. Ci accorgeremo che siamo diventati più adulti; è avvenuta in noi una pulizia morale, un miglioramento del nostro modo di essere e questo deve scolpire nei nostri valori la legge primaria per la quale ha un senso la vita: attraverso la sofferenza, la privazione, la sfida noi tutti indistintamente ci trasfiguriamo e riusciremo a vedere il nostro futuro.
Fausto Cantarelli